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Cosa distingue gli abiti maschili italiani dagli abiti inglesi?

La tradizione sartoriale italiana è sinonimo di eccellenza e i nostri abiti sono conosciuti nel mondo. Tuttavia, anche i completi Made in England godono dello stesso giudizio, proprio perché è stata la Gran Bretagna a definire i canoni dell’eleganza classica. Vediamo i punti di contatto e le differenze tra abiti italiani e abiti inglesi.

Dietro le diversità tra vestiti sartoriali italiani e inglesi, c’è un differente approccio culturale e una maggiore o minore propensione all’individualità.

I canoni dell’eleganza classica – quella più rigorosa cui si ispirano molti appassionati – sono stati “inventati” dagli inglesi. Solo successivamente  altre scuole sartoriali, tra cui la nostra, li hanno rielaborati. Si tratta di una verità storica di cui prendere atto, anche per comprendere somiglianze e differenze tra lo stile italiano e quello inglese. Punti di contatto e distanza che affondano le radici in approcci culturali, antropologici, diversi.

L’uomo britannico che aspira a vestire come un gentleman, infatti, cerca di attenersi alle regole stabilite da generazioni anteriori. Vuole essere rigorosamente nella tradizione; non punta a comunicare la sua individualità, secondo quella filosofia di understatement che tutti conosciamo molto bene. Al contrario, il gentleman italiano, pur attenendosi ai canoni della classicità, ama farli propri e interpretarli.

Un esempio? L’uso del colore. Nello scegliere un abito su misura, noi italiani ci muoviamo su una scala cromatica sufficientemente ampia, variando anche nella scelta del disegno del tessuto. Per l’inglese, invece, il vestito sartoriale è prevalentemente di colore scuro, nelle varie tonalità dei blu e del grigio.

Differenze abiti italiani vs abiti inglesi: morbidezza e vestibilità asciutta vs struttura e comodità 

abito maschile italiano Spiegata l’origine culturale delle differenze formali tra i completi sartoriali italiani e quelli inglesi, vediamole nel dettaglio. Sarete così in grado di valutare la provenienza e la qualità dell’abito che starete osservando.

Per chi non avesse voglia o tempo di leggere i vari punti, un’indicazione di massima. Soffermatevi a guardare la giacca. In quella italiana, infatti, solitamente la spalla è priva di qualsiasi tipo di imbottitura. Essa è vuota e concava. Al contrario, quella inglese è strutturata, imbottita e rigida.

Potrete anche osservare il taschino e le tasche laterali cucite a toppa. Se li vedrete tagliati leggermente concavi sull’orlo superiore, con un profilo simile ad una barca, quasi sicuramente sarete davanti ad un capo Made in Italy.

Vestibilitá: morbidezza vs struttura

L’abito italiano si caratterizza per la sua comodità e la sua morbidezza, in contrapposizione alla rigidità e alla forte struttura degli abiti inglesi. Anche la scelta dei tessuti contribuisce a rafforzare questi attributi: più leggeri e sottili quelli prescelti dalla manifattura italiana, più spessi e rigidi quelli inglesi (forse anche per rispondere a esigenze climatiche disomogenee).

Forma abiti: fitting più asciutto vs più ampio

Gli abiti sartoriali italiani hanno giacche più corte rispetto a quelle anglosassoni e dal fitting più asciutto e scattante. Al contrario, le giacche dei completi british sono leggermente più lunghe, a vita alta, sagomate quasi a clessidra, dunque  strette sui fianchi.

Allo stesso modo la lunghezza e l’ampiezza dei pantaloni è diversa. In Italia, l’orlo è più corto e lascia in maggiore evidenza le calzature che sono più stilizzate e danno la sensazione di essere più leggere e calzabili. In Gran Bretagna, invece, è più lungo e il fondo del pantalone più ampio. Quest’ultimo, infatti, deve ricadere sulle calzature, solitamente dalle punte più arrotondate e con piante più ampie.

La giacca: spalla vuota e concava, manica più morbida vs imbottita e più rigida

Come dicevamo poco sopra, la spalla è una delle caratteristiche più evidenti per riconoscere se il completo sartoriale sia prodotto in Italia o in Inghilterra. Nella giacca italiana, infatti, la spalla è priva di qualsiasi tipo di imbottitura, al contrario di quella inglese.

Anche la manica può diventare un dettaglio distintivo. Specie nella sartoria napoletana, sovente questa si presenta “a mappina”, ovvero mostra delle impercettibili pieghe nel punto in cui si raccorda al corpo della giacca, all’altezza della spalla. Tutt’altro che un’imperfezione. Un effetto voluto (che ricorda l’effetto del giromanica della camicia), prodotto con una tecnica sofisticata, grazie al quale l’indumento consente maggiore libertà e dinamicità dei movimenti. Caratteristiche necessarie per chi chi della gestualità e della teatralità ha fatto un complemento inscindibile del parlare.

Nelle giacche inglesi, invece, raramente troverete questa increspatura tra la linearità del tessuto del tronco e la cucitura circolare del girospalla. Portandole avrete un aspetto più ingessato e meno disinvolto.

Dopo avervi elencato le principali differenze tra gli abiti sartoriali italiani e inglesi, tenete però ben a mente la premessa di apertura. Noi italiani siamo diventati famosi per aver reinterpretato una tradizione già consolidata, quella inglese. Lo abbiamo fatto sfruttando l’estro e la creatività che ci contraddistinguono.

Per questo, guardando gli abiti sartoriali di Tagliatore, Caruso, Ernesto e gli altri brand che abbiamo selezionato per voi, potrete trovare anche dettagli che rimandano alla tradizione inglese. E’ nella nostra capacità di mixare elementi diversi e di creare unità ugualmente armoniche che ci distinguiamo.

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